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Alessandro Girotto

Biografia

Vivo a Roma, città in cui sono anche nato. Mi diplomo in chitarra nel 1992.
Una precoce passione per la musica, coadiuvata dall’ ascolto delle ultime “radio libere” rimaste ancora in attività, mi portò a scoprire il Rock, anche se era già al tramonto della sua epoca storica.
Musica deflagrante che mi propose subito un dilemma: diventare un chitarrista o un batterista?
Essere un giovanissimo fan dei Deep Purple, Genesis, King Crimson, Pink Floyd, Jethro Tull, Led Zeppelin….
e via dicendo, rendeva ancor più complessa la risoluzione del dubbio che si sciolse per una motivazione più prosaica: a casa, di batterie, non se ne parlava:
troppo frastuono! E poi, tutto sommato, quella chitarra appesa al muro a casa di una mia zia…beh, suscitava un grande fascino…
La libertà di movimento che caratterizzava certa musica che già da anni qualcuno chiamava Underground o Progressive e la mia curiosità onnivora, mi traghettarono in breve verso il Jazz Rock e la Fusion, molto in voga nei tempi edonistici in cui il mio interesse verso la chitarra si era già consolidato.
Così, tra il 1986 ed il 1991 affiancai allo studio della chitarra classica e alla pratica autodidatta, molti corsi e alcuni stages con Pat Metheny, John Abercrombie, Mick Goodrick, Joe Diorio, Furio Di Castri, Gianluigi Trovesi e Tomaso Lama approfondendo l’ improvvisazione e il Jazz.
In quegli anni arrivarono anche i primi “ingaggi”, con i “Pegaso” gli “Altorima” e i “Roundeight”, band i cui nomi mi riportano a ricordi sereni e a momenti in cui l’evoluzione tecnica ed espressiva era velocissima.
Mandai anche una audiocassetta alla rivista specializzata “Blu Jazz” che mi segnalò nel 1989 tra i nuovi talenti europei.
Scoprii e coltivai una forte attitudine alla scrittura: Iniziai a studiare gli spartiti e le progressioni dei miei musicisti preferiti ed a proporre mie composizioni.
Nel 1991 suonai con il contrabbassista Daniel Studer e il pianista Federico Laterza, esperienza che mi portò verso l’improvvisazione assoluta e le musiche etniche, per approdare poi nel quintetto “Unidade” che ho contribuito a fondare.
Portavoce di un situazionismo musicale estemporaneo, impegnato e  divertente al contempo, gli Unidade furono una vera scuola di libertà creativa, eravamo grandi seguaci degli Oregon, Egberto Gismonti, Art Ensemble of Chicago e di molte produzioni della etichetta ECM, e presi completamente dalle contaminazioni tra musica contemporanea, improvvisazione e influenze etno-popolari.
Un gruppo di ricerca e di forti amicizie, che come ogni grande amore si sciolse dopo qualche anno.
Non prima però di una intensissima attività concertistica e professionale che mi permise di affiancare a quella esperienza un altro progetto stavolta completamente diretto da me, l’Ensemble in Bilico.
Qualche anno prima, la mia tardiva scoperta della NCCP (Nuova Compagnia di Canto Popolare) di Roberto De Simone e di altri ricercatori/ rielaboratori di musiche tradizionali, rafforzava il mio interesse per le musiche etniche anche nelle varianti popolari, e le varie possibilità di contaminazione con le musiche attuali. A ciò si aggiungeva la passione per la musica antica, e decisi di far confluire questi elementi nella mia musica.
Fu un lavoro ambizioso testimoniato da un cd pubblicato dalla Equipe Records (cd “Quasi Memorie” – 1999) e che smosse le pigre acque delle programmazioni artistiche nazionali.
Nell’ensemble c’erano due musicisti poi affermatisi nella musica antica che mi aiutarono molto a maneggiare quel materiale per me nuovo, ed erano il contrabbassista Andrea De Carlo e il violoncellista Marco Ceccato.
L’ anno successivo, sulla piccola isola di Ventotene conobbi la cantante Ilaria Patassini, al secolo Pilar.
Ci fu subito una grande intesa artistica che approdò in un nuovo progetto che prenderà il nome proprio dal mondo antico: “Sinenomine”.
Anche questo progetto era interamente scritto da me, una sorta di prosecuzione dell’Ensemble in Bilico a cui si aggiungeva il canto.
I brani contenevano tutti un concertato interno fatto da violoncello e fisarmonica, un contrappunto tra i due strumenti a sostegno e arricchimento della voce che caratterizzava il suono e l’atmosfera complessiva.
Si aggiungerà al line up di base il percussionista e produttore Fulvio Maras, che divenne un amico e collaboratore preziosissimo, mettendomi in contatto con il fisarmonicista Jean Lous Matinier e il clarinettista Gianluigi Trovesi. Al contrabbasso c’ era Stefano Cesare con cui suonavo già da diversi anni.
Abbiamo fatto concerti in posti importanti come il Martfest ed il Caz Festivali di Izmir in Turchia dove tra l’altro ho svolto stage sull’improvvisazione jazz mentre cercavo di imparare la loro prassi improvvisativa.
Poi ancora ad Istanbul, Ankara, Sarajevo, Belgrado. Nel 2009 la EGEA pubblica il cd “Spartenza” che conquista critica e pubblico.
Contemporaneamente ho lavorato in alcuni progetti di PILAR nella sua carriera solista registrando il cd “Femminile Singolare” pubblicato da VCM e distribuito da 01 (2006) e nel 2008 ho inaugurato un’ altra importantissima collaborazione, quella con la cantante algherese FRANCA MASU, sopraffina esponente della cultura Catalana.
Con lei ed altri fantastici musicisti ho suonato in Argentina, Canada, Polonia, Spagna, Austria, Lussemburgo, Ungheria, collaborando alla realizzazione del cd Almablava pubblicato e distribuito da Felmay (2012) e facendo concerti al fianco di musicisti quali Daniele Di Bonaventura, Fausto Beccalossi, Mark Harris e molti altri.
Con la cantante israeliana Talya GA Solan, Fulvio Maras, Jean Louis Matinier e il pianista fiorentino Stefano Maurizi registro il cd “Behind the times” presentato nel 2010 alla Casa del Jazz di Roma.
Ho collaborato con la cantante Miriam Meghnagi a fianco del sassofonista Gabriele Coen e Marian Serban, e con la cantante di Fado Margarida Guerreiro (Lisbona).
Nel 2014 la Jazz Engine pubblica “Short Pink”, distribuito da Goodfellah, un cd di mie composizioni originali, una sorta di omaggio alla soundtrack music che mi vede affiancato ai Triology, un trio con una importante e consolidata attività composto da Erasmo Bencivenga al pianoforte, Nicola Borrelli al contrabbasso e Tommaso Tozzi alla batteria.
Sempre nel 2014 partecipo ad un progetto del compositore e pianista Giovanni Monti registrando il cd “Terra Nuda” che ci porta a fare alcuni concerti con la cantante e attrice Maria Letizia Gorga.
In tempi più recenti, con il mio nuovo quartetto che ho chiamato “Purple Room” mi sto dedicando completamente alla contemporaneità lasciandomi ispirare da un’idea di fondo molto vaga: recuperare i miei ascolti iniziali, quelli che emotivamente hanno stimolato la mia curiosità e che sono stati la porta di ingresso emozionale nella musica.
Riferimenti che inevitabilmente gli anni hanno disperso e che ora mi piace raccoglierne le tracce.
Nello spazio dedicato al progetto troverai tutte le info.
Concludo con le collaborazioni sparse avute con artisti importanti in ambiti limitrofi.
Ho scritto e suonato per il teatro collaborando con Aurelio Gatti, MDA Prod. Danza, Opera Prima, con le attrici Marta Bifano, Caterina Guzzanti e Paola Minaccioni.
Sono stato direttore artistico della rassegna “Villa Fogliano – I Teatri del Parco” a Latina e sono stato docente di improvvisazione nei corsi del festival Tam Tam Cassano (CS). Ho diretto i corsi della scuola di formazione musicale ISDAM (LT).

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Rassegna Stampa

Interviste e recensioni

  • Francesco Marinari
    His latest work is outstanding: Alessandro Girotto explores new harmonies with effortless.
  • Domenico Pasi
    Short Pink, il nuovo lavoro di Alessandro Girotto, ti sorprende come un abbraccio inaspettato.
  • Ernesto Filamondo
    Alessandro Girotto ha la capacità di sorprenderti ogni volta con nuove idee colorate di mille sonorità.
  • Otto Zindwew
    Alessandro, thank you so much for your music! it's awesome.

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